Metodo FSC

Il metodo F.S.C. (Facilitazione dello Sviluppo delle Cerebropotenzialità) nasce dall’intuizione e dall’esperienza del dott. Mario Castagnini, medico neurologo, ed è frutto di un lavoro durato diverse decadi dopo un’ attenta osservazione di migliai di bambini di tutto il mondo e con svariate tipologie di patologia in cui lo sviluppo neuropsicomotorio del bambino può essere compromesso.

Il metodo F.S.C. è un metodo, messo in atto da terapisti specializzati, di valutazione e terapia manuale precoce che punta a prevenire o ridurre i danni di un eventuale ritardo neuropsicomotorio.

In ambito preventivo, il terapista osserva e valuta il naturale comportamento del bambino e, in seguito a stimoli che provocano in lui una risposta, ne definisce l’età funzionale e il corretto sviluppo neuropsicomotorio, che può essere favorito con buone pratiche o piccoli esercizi da replicare a casa nella quotidianità.

In ambito terapeutico, e quindi in caso di ritardo nello sviluppo neuropsicomotorio, il trattamento di facilitazione consiste nel far svolgere al bambino esercizi in grado di facilitare l’adeguamento allo sviluppo fisiologico grazie all’impegno quotidiano e costante dei genitori, in una vera e propria alleanza con i terapisti che monitorano costantemente i progressi. Gli studi e l’esperienza del Dott. Mario Castagnini hanno dimostrato che il 50% dei bambini destinati a presentare ritardi nello sviluppo può normalizzarsi e addirittura guarire se si attua un’adeguata diagnosi e terapia precoce, intervenendo entro il terzo di mese di vita. Un intervento successivo, entro i 6 mesi di vita, può comunque dare buoni risultati. Entro 1 anno dalla nascita i risultati ottenuti grazie all’applicazione del Metodo F.S.C restano apprezzabili. 



“Nei primi anni di lavoro come neurologo, ho applicato i classici metodi e protocolli riabilitativi senza ottenere risultati soddisfacenti. Per questo ho elaborato un protocollo di facilitazione allo sviluppo che portasse davvero risultati e maggior benessere ai bambini e alle loro famiglie. La terapia non è più passiva  e di pertinenza solo del terapista ma diventa un lavoro di squadra, condiviso nella quotidianità con la famiglia.” 

Dott. Mario Castagnini



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