Casi di rischio e campanelli d’allarme

La prevenzione inizia già in gravidanza


Sebbene la prevenzione riguardi tutti i nuovi nati, ci sono casi in cui il rischio di sviluppare ritardi e difficoltà dello sviluppo neuropsicomotorio cresce sensibilmente. Gli studi del Dottor Castagnini testimoniano infatti che il 95% dei bambini a cui è stato diagnosticato un ritardo nello sviluppo neuropsicomotorio ha vissuto almeno una di queste condizioni:

  • parto gemellare
  • parto pretermine / prematuro
  • parto dismaturo (quando il peso del neonato è inferiore ai 2,5 kg)
  • parto distotico (parto avvenuto con l’ausilio di forcipe o ventosa)
  • parto cesareo
  • Indice di Apgar inferiore 3 al primo minuto e inferiore a 7 al quinto minuto
  • crisi convulsive neonatali
  • ittero neonatale grave
  • crisi ipoglicemiche ed ipocalcemiche con segni neurologici
  • parto da madre diabetica
  • parto da madre con gestosi (ipertensione)
  • parto con liquido amniotico tinto o melmoso
  • infezione neonatale in atto

Ci sono però anche segnali osservabili nel bambino stesso. Oltre al susseguirsi delle tappe neuropsicomotorie, che sono uno dei primi segnali di salute del bambino, nella crescita ci sono alcuni elementi o comportamenti che possono indicare un mancato sviluppo del coordinamento neuropsicomotorio e servire quindi come veri e propri segnali di guardia. 

  • Difficoltà di suzione 
  • Tensione e pianto durante il cambio del pannolino e pianto disperato durante il bagnetto. E’ frequente che il bimbo con un ritardo neuropsicomotorio avverta un’accentuata paura del vuoto, come se temesse di cadere ad ogni manipolazione quotidiana.
  • Strabismo accentuato e progressivo
  • Tosse frequente e immotivata
  • Scarsa attenzione agli stimoli affetti
  • Scarsa iniziativa psicomotoria
  • Crisi epilettiche, convulsioni
  • Sonno molto irregolare
  • Rigidità degli arti
  • Capo sempre inclinato da un lato.

Questi segnali rappresentano comunque un’indicazione di massima che lo specialista valuta con attenzione, partendo da un’anamnesi puntuale della storia e della salute di bimbo e mamma.

La diagnosi del ritardo dello sviluppo resta infatti in carico al professionista medico.